mercoledì 11 gennaio 2012

la figlia del Capitano, le liberalizzazioni, l'ingloriosa storia d'Italia

Nel 150 anniversario dell'Unità assistiamo alla perdita dell'apparato industriale italiano che delocalizza all'estero o viene acquisito da capitali esteri o viene inesorabilmente dismesso nonostante le proteste dei neo-stiliti a Milano ed altrove. Ricordiamo che l'Italia di oggi è una nazione senza reale sovranità controllata da 100 basi militari USA e sottoposta all'influenza dello Stato della Chiesa. Con l'euro l'Italia ha anche perso la sovranità sulla moneta ed è nelle mani degli usurai del FMI e delle Banche di WallStreet che imposto e ci controllano con il governo Monti. Dobbiamo prendere coscienza della nostra reale condizione di servaggio non diversa da quella che l'Italia ha subito per secoli e secoli di dominazione straniera. Cominciamo con il ricordare la dominazione spagnola (150 anni 1559-1715) evocata dal Manzoni nei Promessi Sposi
http://www.scuolascacchi.com/storia_moderna/dominazione_spagnola.htm


La figlia del capitano

La fiction in due puntate "La figlia del Capitano"ha avuto il merito di fare conoscere al grande pubblico italiano le allucinanti condizioni dei servi della gleba e delle comunità etniche della Russia al tempo della imperatrice Caterina II. Il personaggio del grande capo rivoluzionario Pugacev è disegnato con efficacia e le ragioni della sua rivolta risultano con verità e chiarezza. Illuminante il colloquio tra Pugacev e la Zarina nella cella del carcere dove al condannato non veniva concessa neppure la possibilità di coricarsi.
Anche il finale di Pugacev che sfugge allo squartamento ( in verità fu squartato da quattro cavalli) per continuare a rappresentare la voglia di libertà dei russi è assai azzeccato. Vedere la "Figlia del Capitano" tratto dal grande romanzo di Puskin fa comprendere bene le ragioni della Rivoluzione di Ottobre, ragioni nutrite da secoli di sofferenza c he raggiungono l'acme durante la prima guerra mondiale.
La fiction seppure cede qualcosa al romanzo d'amore è fatta con delicatezza e grande rispetto per la cultura dei contadini e dei nomadi cosacchi. La durezza di cuore, la ferocia della nobiltà e dei suoi ufficiali è rappresentata con realismo nonostante il giovane protagonista sembra accettare le ragioni della rivolta pur nella sua fedeltà allo zarismo.



Le liberalizzazioni
la liberalizzazione dei taxisti equivale per questa categoria alla abolizione dell'art.18 per i lavoratori dipendenti. E' una autentica vigliaccata, un colpo di coda per attivare un processo di concentrazione oligopolistica e trasformare i taxisti in dipendenti usa e getta di grandi società come accade a new York. Evidentemente qualcuno si propone di investire nel settore come Montezemolo ha inve...stito nelle ferrovie. I consumatori non ne ricaveranno alcuna utilità. Lo stesso dicasi per gli edicolanti alcuni dei quali gestiscono minuscole baracchette. Grave è invece la mancanza di concorrenza tra i farmacisti che gestiscono vere e proprie aziende miliardarie con utili che arrivano al 40 per cento del fatturato. Anche l'industria farmaceutica opera in regime privilegiato ed impone prezzi maggiorati rispetto a quelli che si praticano in Francia o in Spagna

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